Ci vorranno ancora alcuni giorni affinché anche nelle zone maggiormente colpite dalle copiose nevicate si possa ritornare a una situazione di vita ordinaria. Il Comitato Operativo – l’organo centrale del Servizio nazionale della protezione civile che assicura la direzione unitaria e il coordinamento delle attività di emergenza, stabilendo gli interventi di tutte le amministrazioni e degli enti interessati al soccorso – che era riunito in seduta permanente dalla sera dell’8 febbraio, è stato sciolto, ma l’attenzione verso il territorio e il coordinamento tra i diversi soggetti permangono.
I volontari di protezione civile, oltre 6.000 appartenenti alle associazioni locali e alle organizzazioni nazionali, insieme a Croce Rossa e Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, sono attualmente ancora impegnati in attività di assistenza alla popolazione, ripristino della viabilità e supporto alle autorità locali; i quasi 2.000 uomini delle Forze Armate stanno lavorando per superare il contesto emergenziale accanto a circa 5.000 Vigili del Fuoco e 20.000 uomini delle strutture territoriali delle Forze dell’Ordine.
Voglio ringraziare tutte queste donne e questi uomini, gli oltre 25.000 tecnici delle aziende fornitrici dei servizi essenziali, e con loro le migliaia di amministratori, funzionari, tecnici delle strutture comunali, provinciali e regionali che, ognuno con i propri compiti, hanno profuso uno straordinario impegno. Non penso solo a quanti hanno operato nelle zone interessate dal maltempo; mi riferisco anche a coloro che, rimanendo nei propri territori, non hanno esitato a organizzare l’invio di proprie squadre e mezzi per concorrere alla gestione dell’emergenza.
Tutto il Servizio Nazionale di Protezione civile – nato vent’anni fa con la legge n. 225 del 24 febbraio 1992, oggi così tanto al centro dell’attenzione – si è coordinato e ha risposto con uno sforzo corale che ha consentito, in molti casi, di salvare la vita a persone in difficoltà. Di questo non posso che essere soddisfatto, pur nella consapevolezza che la macchina può e deve essere ancora migliorata.
Franco Gabrielli
I volontari di protezione civile, oltre 6.000 appartenenti alle associazioni locali e alle organizzazioni nazionali, insieme a Croce Rossa e Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, sono attualmente ancora impegnati in attività di assistenza alla popolazione, ripristino della viabilità e supporto alle autorità locali; i quasi 2.000 uomini delle Forze Armate stanno lavorando per superare il contesto emergenziale accanto a circa 5.000 Vigili del Fuoco e 20.000 uomini delle strutture territoriali delle Forze dell’Ordine.
Voglio ringraziare tutte queste donne e questi uomini, gli oltre 25.000 tecnici delle aziende fornitrici dei servizi essenziali, e con loro le migliaia di amministratori, funzionari, tecnici delle strutture comunali, provinciali e regionali che, ognuno con i propri compiti, hanno profuso uno straordinario impegno. Non penso solo a quanti hanno operato nelle zone interessate dal maltempo; mi riferisco anche a coloro che, rimanendo nei propri territori, non hanno esitato a organizzare l’invio di proprie squadre e mezzi per concorrere alla gestione dell’emergenza.
Tutto il Servizio Nazionale di Protezione civile – nato vent’anni fa con la legge n. 225 del 24 febbraio 1992, oggi così tanto al centro dell’attenzione – si è coordinato e ha risposto con uno sforzo corale che ha consentito, in molti casi, di salvare la vita a persone in difficoltà. Di questo non posso che essere soddisfatto, pur nella consapevolezza che la macchina può e deve essere ancora migliorata.
Franco Gabrielli
Capo Dipartimento Protezione Civile